Marche alle prese con Covid-19, Imt: “No alla vendemmia verde, sì alla distillazione”

Il direttore Alberto Mazzone sul difficile momento delle aziende vitivinicole della regione

Venti denominazioni, 15 Doc e 5 Docg, per un comparto che conta oggi quasi 150 milioni di euro di fatturato, quasi 12.500 aziende e 17 mila ettari di vigneto a livello regionale, di cui circa 4.500 sono interessati da ristrutturazioni e rinnovamenti degli impianti negli ultimi 11 anni. Numeri che chiariscono le dimensioni delle Marche del vino, oggi alle prese con una crisi economica senza precedenti, dettata dall’emergenza Covid-19.

A chiarire il quadro complessivo è Alberto Mazzoni, direttore dell‘Istituto marchigiano di Tutela Vini (Imt): “Assistiamo a uno shock simmetrico dell’economia nazionale, con il settore del vino marchigiano che più di altri sta pagando un prezzo alto. Nella griglia delle ripartenze è chiaro che il nostro comparto si posizionerà giocoforza in coda, al pari dei suoi principali canali partner come quello della ristorazione e del turismo, ma c’è voglia di reagire con altrettante misure shock da intraprendere assieme alla Regione”.

Come? “Per rispondere a questo terremoto economico – risponde Mazzoni – stiamo studiando una campagna promozionale di tutto il sistema agroalimentare marchigiano, che vale circa 2 miliardi di euro l’anno e conta su 43 mila imprese”.

L’attivazione dei fondi Psr in favore della campagna è tra le misure auspicate dall’Imt. “Potrebbe permetterci di fare una promozione di bandiera sin qui solo auspicata, mentre oggi con l’emergenza c’è la consapevolezza che si possa mettere a segno un’accelerazione decisiva per il futuro”, sostiene Mazzoni.

Sul tavolo del Cda anche diversi scenari legati alle politiche straordinarie da adottare nei prossimi mesi. Il monitoraggio sull’andamento climatico della campagna in corso e sulle vendite, che inciderà sulle relative giacenze, “dirà se ricorrere alla diminuzione delle rese uva-vino (soluzione proposta anche in Trentino, ndr) e alla riserva vendemmiale”.

“Scelte – prosegue Mazzone – che saranno fatte dai comitati delle varie denominazioni, mentre la vendemmia verde (proposta come soluzione da Coldiretti, ndr) è da escludere anche per le difficoltà a far osservare le regole a tutti”.

Via libera invece dall’Imt per la distillazione di crisi volontaria, accordo in materia di promozione (proroga e rivalutazione progetti Ocm e Psr) e convergenza per il posticipo di 4 mesi per l’applicazione del contrassegno di Stato per il Verdicchio dei Castelli di Jesi e Verdicchio di Matelica, previsto al 1° settembre 2020.

“In questo momento – conclude Mazzoni – è imperativa la salvaguardia del valore del prodotto e delle imprese ma contestualmente ci adopereremo con iniziative speciali per cercare di differenziare ed evolvere il più possibile i canali di marketing e di vendita. Un mix comunicativo e commerciale che passi sempre più dal digitale, dalla vendita diretta, dall’affermazione del brand Marche sugli scenari nazionali e internazionali”.

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